Podere Conca

La Conca. La casa era sgarrupata. Fu un fienile, ci stavano le bestie, sotto: era la metà del 1800. Le belle arti ancora non avevano allungato il loro beneplacito a quel genuino lavoro di mattoni che aveva il nome “La Conca”.


Il ritaglio perfetto di anima terrosa che partiva dal vicino Sughericcio per raggiungere Ornellaia rimaneva inclinato dai lati verso il centro, così da indirizzare i primi censori cittadini verso il nome che definiva quell’oscillazione di angoli e di olivi: Conca, appunto, il casale di mattoni con le imposte rosse che oggi gli uomini del luogo amano usare come riferimento logistico.

Un’amicizia legò mia nonna materna, Graziella Cedraschi, donna prodigiosa e lungimirante, a Luciana Aloisi, madre di Livio e di Giulia, quest’ultima sposa di Nicolò Incisa della Rocchetta. Da lì iniziò uno scambio di amore affettuoso che continua oggi con altri volti, altri nomi. Fu quindi quell’amore, per primo, a indirizzare i miei nonni verso questa terra che in alcuni luoghi si lega all’Africa che tanto rappresentò le fortune e le tragedie dei primi protagonisti di Bolgheri.Ma iniziò soprattutto l’attaccamento a quei reami magici fatti di ulivi santificati e di vigneti divenuti sacri: quasi immortali. L’amore suggellò contratti di cessione e prolungò il nostro vivere in Toscana. La casa di Bolgheri divenne il gioco delle nostre estati di bambini, diventò la meta dei viaggi di noi adolescenti e il luogo preferito dove vivere il sole che da maremmano si fa globo di tutti i mondi… soprattutto fu teatro senza sipario delle amicizie più franche.

Là dove mia madre Minnie  raggiunse il cielo con i miei nonni, ora con mia zia Silvia, con mia moglie Manuela e con mio padre Guido, che custodisce per Bolgheri un amore segreto e distante, e mia cugina Virginia, quasi gemelli nell’anima, tutti noi continuiamo questa storia ormai svelata di sensi e di sangue, aggiungendo all’olio perfetto la barbatella che si radica nel suolo.Nell’uliveta il vento di scirocco si alternò al fresco maestrale; poi arrivò la tramontana a inverdire il caldo agostano. Il cielo da allora non ha perso nessuna stella, l’atmosfera non si ingrigì mai perché l’amore rimase acerbo e vero come di ragazzi: tutto restò attuale e quei sogni di epoche semplicemente passate si ficcarono nella terra scura con forza e vigoria, senza falsità di semenze infestanti, senza mai svendere il sogno del casale.

Solo lo abitammo, con tutto l’amore che può avere una madre. Sarà la barbatella, da qualche mese piantata, ora, a scrivere le altre storie della Conca. Come fu per la terra benedetta dalle piante, per la casa ricostruita secondo la regola di quei luoghi, ecco: il vino unirà ancora una volta il cielo alla terra, il pensiero all’azione, il pensiero dei padri e delle madri al frutto dei figli, dei nipoti. Rieccoci qui, con la nostra meraviglia.

  • Anno di fondazione: 2015
  • Bottiglie prodotte: 30.000
  • Conduzione Agronomica: Paolo Granchi
  • Contatto azienda: Manuela Gastel
  • Telefono: Tel. +39 324 09 57 941
  • Sito web: https://www.podereconcabolgheri.it
  • Indirizzo:

    Via Bolgherese 196
    57022 Castagneto Carducci (LI)

    Coordinate GPS: 43.21562,10.6087565,17

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